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Lifting cervico-facciale
Lifting verticale

Lifting Cervico-Facciale
Lifting Verticale

Il lifting del volto del collo viene eseguito per correggere i segni di invecchiamento dovuti al rilassamento e alla discesa dei tessuti molli.
La procedura del lifting cervico-facciale eseguita mediante trazione dei tessuti in direzione contraria alla loro discesa viene denominata LIFTING VERTICALE.
Col passare degli anni e con l’azione favorente dei raggi solari e del fumo, i tessuti molli del volto e del collo scendono seguendo diverse direzioni (“vettori”):

  • Le fasce muscolari (il muscolo platisma che avvolge il collo, le fasce che rivestono il volto) scendono seguendo una direzione obliqua, verso il basso e in avanti favorendo la comparsa delle “bande” alla faccia anteriore del collo (cosiddetto “collo di tacchino”).
  • Il grasso della parte centrale del volto e la cute scendono invece con direzione verticale, dall’alto al basso, producendo l’approfondimento dei solchi naso-labiali e l’alterazione dell’ovale del volto con accumulo di cute ai lati del mento.

Per poter correggere nel modo più opportuno i segni d’invecchiamento, il lifting verticale mira a trazionare i tessuti molli con direzione (“vettori”) esattamente contraria a quella da essi seguita nella loro discesa.

  • Le fasce muscolari devono dunque essere trazionate verso l’alto e all’indietro, secondo un vettore obliquo.
    La trazione e la stabilizzazione di questi elementi più profondi consente di perseguire risultati assai più duraturi di quelli ottenibili agendo solo sulla pelle.
  • Il grasso e la cute devono invece essere trazionati esclusivamente verso l’alto, secondo un vettore verticale.

Lo spostamento verso l’alto del grasso medio-facciale consente di correggere i solchi naso-labiali e di rendere più prominenti gli zigomi appiattiti dall’invecchiamento.

La trazione verticale della cute corregge il contorno mandibolare (il cosiddetto “ovale del volto”), conferendo un risultato naturale, evitando l’aspetto di “faccia tirata” spesso derivante dalla trazione obliqua della cute.
La verifica di tale assunto è fattibile immediatamente da qualsiasi persona, davanti allo specchio: lo stiramento verso l’alto e l’indietro produce un aspetto “tirato”, mentre lo stiramento esclusivamente verso l’alto conferisce un aspetto naturale al volto.

Il lifting può essere eseguito da solo o contemporaneamente ad altri interventi chirurgici facciali, quali il lifting del sopracciglio, la blefaroplastica inferiore e/o superiore (chirurgia estetica delle palpebre), la rinoplastica (chirurgia estetica del naso), la fotoabrasione laser.

I migliori candidati

Donne o uomini che inizino a presentare segni di cedimento del volto, ma che presentano ancora una certa elasticità della pelle ed una struttura scheletrica forte e ben definita.

La maggior parte dei pazienti ha un’età compresa fra i 40 ed i 60 anni, ma il lifting può essere eseguito anche più tardivamente.

Possibili procedure alternative al lifting verticale

Il lifting verticale chirurgico è l’unico approccio razionale al ripristino dell’anatomia originaria, in quanto corregge i difetti (solchi, pieghe) eliminandone le cause (discesa dei tessuti).
Le procedure alternative al lifting, invece, correggono i difetti estetici senza eliminarne le cause:

  • avvallamenti, solchi e rughe profonde possono essere corretti mediante l’iniezione di sostanze riempitive o con la tecnica del lipofilling (trapianto di grasso)
  • rughe superficiali e modesti rilassamenti della pelle possono essere corretti mediante fotodermoabrasione con laser CO2 ultrapulsato o con laser CO2 frazionato

Esecuzione del lifting verticale

  • Anestesia: generale o locale con sedazione.
  • Durata: da 3 a 5 ore o secondo le parti da trattare (solo guance o anche il collo); tempi maggiori se associato ad altri interventi (rinoplastica o blefaroplastica inferiore e/o superiore)

Procedura:

  • Incisioni cutanee: scendono dal cuoio capelluto nella regione delle tempie, si dirigono a contornare il margine anteriore del padiglione auricolare, curvano a circondare il lobulo dell’orecchio e proseguono verso l’alto nel solco retro-auricolare esaurendosi tra i capelli della regione della nuca.
    La correzione delle pieghe della faccia anteriore del collo (bande platysmatiche) richiede un’incisione trasversale di circa 4 centimetri sotto il mento.
  • Sollevamento della pelle e scollamento dai tessuti muscolari sottostanti.
  • Sollevamento di fasce, grasso e muscoli e loro stabile ancoraggio alle parti ossee sottostanti.
  • Riposizionamento della pelle senza eccessiva tensione.
  • Asportazione della cute in eccesso. Sutura dei margini con fili molto sottili. Eventuale utilizzo di graffette metalliche sul cuoio capelluto.
  • Applicazione di un morbido ed abbondante bendaggio, in modo da mantenere una moderata compressione su tutta l’area operata, al fine di ridurre il gonfiore (edema) e di proteggere le ferite. Spesso dalla pelle dietro le orecchie vengono fatti fuoriuscire due piccoli drenaggi per evitare la formazione di ematomi.

Preparazione

  • 1 mese prima: sospensione di terapie a base ormonale (pillola anticoncezionale, ormonoterapia sostituiva della menopausa, ormoni per il controllo dei tumori mammari).
  • 2 settimane prima: sospendere l’assunzione di medicinali contenenti acido acetilsalicilico (es. Alka Seltzer, Ascriptin, Aspirina, Bufferin, Carin, Cemirit, Vivin C, etc.) o Vitamina E.
  • 1 settimana prima: limitare l’assunzione di alcolici e sospendere il fumo; il fumo limita il flusso del sangue alla pelle e può interferire con i processi di guarigione a livello delle cuciture. Alcuni studi hanno dimostrato che l’incidenza delle complicazioni è di circa 10 volte maggiore nei fumatori.

Periodo postoperatorio

  • Dolore postoperatorio modesto e ben dominabile con i comuni antalgici.
  • Edema del volto per i primi 7 giorni spesso notevole; il gonfiore scompare lentamente e sarà completamente riassorbito dopo alcune settimane. Sedute di linfodrenaggio e/o laserterapia possono accelerare il riassorbimento del gonfiore.
  •  Dopo 4-5 giorni rimozione della medicazione e asportazione dei punti di sutura davanti all’orecchio.
  • Dopo 7-10 giorni rimozione dei restanti punti; solo dopo l’asportazione totale dei punti sarà possibile lavare i capelli.
  • L’attività lavorativa e la vita di relazione possono essere ripresi 2 settimane dopo l’intervento.
  • Dopo 3 settimane può essere ripresa qualsiasi attività fisica.
  • Per alcuni mesi può persistere un lieve grado di ipoestesia (riduzione della sensibilità). Per tale motivo l’applicazione diretta di calore sul viso e sul collo deve essere limitata per evitare ustioni cutanee. Per almeno 3 mesi dopo l’intervento l’esposizione al sole deve essere ridotta al minimo.

Possibili complicazioni

  • Ematoma: è la più frequente complicazione del lifting (3% dei casi); può insorgere nelle prime 12-24 ore dopo l’intervento. Il rischio è limitato dalla presenza dei drenaggi. In rari casi gli ematomi sottocutanei si possono formare anche a distanza di 7-10 giorni dall’intervento per effetto di repentini aumenti della pressione arteriosa causati da sforzi fisici intensi, compresa l’attività sessuale.
  • Sieroma (raccolta di liquido sieroso): si risolve con la fuoruscita del liquido attraverso un tratto della ferita chirurgica.
  • Necrosi cutanea: è un’evenienza rara (2% dei casi). Si può verificare dopo gli scollamenti più estesi (lifting della faccia e del collo) e si manifesta con la colorazione dapprima bluastra, quindi nera, di un settore di pelle. La zona più a rischio è quella localizzata dietro all’orecchio, più di rado davanti al padiglione auricolare.
  • Lesioni nervose: sono le complicazioni più rare (1,5%), ma anche le più temibili, specie se permanenti. Danneggiamenti di fibre nervose motorie, causate dalla loro recisione chirurgica o dalla loro compressione da parte di ematomi, possono causare delle paralisi (transitorie o permanenti) di alcuni muscoli della faccia, con conseguenti asimmetrie della mimica facciale (paralisi di metà fronte, paralisi di metà bocca).

Le cicatrici cutanee risultano completamente nascoste fra i capelli oppure localizzate in sedi ove risultano difficilmente visibili (attorno all’orecchio) anche a distanza ravvicinata. In rari casi, a causa di una particolare reattività individuale, le cicatrici possono risultare arrossate e rilevate (cicatrici ipertrofiche), solitamente nel solco retro-auricolare. Tali cicatrici tendono lentamente a regredire col passare dei mesi e con le dovute terapie (infiltrazione di cortisone). In alcuni casi le cicatrici nascoste fra i capelli possono risultare eccessivamente larghe (anche 5 mm), ovviamente prive di capelli; in tali casi, a distanza di qualche mese dall’intervento è possibile procedere alla loro correzione in anestesia locale.

Risultati e loro durata

Il lifting verticale facciale si accompagna in genere ad un alto grado di soddisfazione del paziente, sempre che egli abbia considerato che i risultati non sono immediatamente visibili.

Il risultato di un intervento di chirurgia plastica oltre che dalle scelte e dall’operato del chirurgo, è determinato da un numero variabile di fattori, quali la quantità di grasso, l’elasticità e lo spessore della pelle, la quantità e la profondità delle rughe, la forma dello scheletro facciale e le influenze ormonali.

La durata del risultato è quindi individuale, in relazione a fattori costituzionali, ma generalmente di 10 anni.

E’ inevitabile che col passare del tempo la pelle tenda a rilassarsi nuovamente; può essere in alcuni casi opportuno eseguire un intervento di ritocco a distanza di 5-10 anni. Anche senza ulteriori ritocchi, a distanza di anni dall’intervento l’aspetto del volto sarà comunque migliore di quanto lo sarebbe se l’intervento non fosse stato eseguito.

Ricovero: DAY SURGERY
Durata: 2:30 ORE
Anestesia: LOCALE
Ritorno al sociale: 14 GIORNI
Attività sportiva: 45 GIORNI
Esposizione al sole: 30 GIORNI
Risultato finale: 3 MESI 

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